Tra il 20 e il 23 gennaio 2021 in diversi comuni del Pordenonese sono state collocate pietre d'inciampo dedicate alla memoria di vittime della violenza nazifascista.
Le pietre d'inciampo (Stolpersteine) sono blocchetti di pietra ricoperti d'ottone su cui sono incise informazioni sulla vita di persone che furono umiliate, perseguitate e/o uccise dai nazisti e da coloro che con essi collaborarono.
L'idea di creare questi discreti monumenti, che si trovano davanti all'ultima abitazione o al posto in cui le persone passarono la gran parte del loro tempo (scuole, università, luoghi di lavoro), si deve all'artista Gunter Demnig, che con la sua opera voleva ricordare le vittime del Nazionalsocialismo.
Le due pietre posizionate davanti all'Ospedale civile di Pordenone il 20 gennaio 2021, realizzate come le altre per merito degli studenti e dei professori del Liceo “G. Leopardi – E. Majorana”, ricordano le vite di due tirocinanti del nosocomio, Anto Zilli e Bruno Barzotto, che – rei di aver aderito alla causa partigiana – morirono nel 1944 e nel 1947 a causa delle brutalità inflitte loro da nazisti e fascisti.
I documenti in mostra
L'Archivio di Stato di Pordenone conserva parte dell'archivio dell'Ospedale presso cui i giovani furono impiegati come tirocinanti.
In occasione della Giornata della Memoria è possibile sfogliare virtualmente i due documenti relativi all'ammissione degli stessi come "allievi interni": questo passaggio avrebbe permesso loro, come possiamo leggere nel Regolamento organico del 1942, di avviarsi alla professione medica per la quale dovevano aver studiato sicuramente con grande merito.
Zilli e Barzotto, però, non poterono completare il loro percorso perché, come ci ricordano le loro pietre d'inciampo, furono arrestati solo pochi mesi dopo l'ingresso in ospedale, nel novembre del 1944.
Le ultime carte in mostra, tratte dal Regolamento organico dello stesso ospedale del 1943, ci consentono di immergerci nel difficile clima creato dal fascismo anche all'interno delle istituzioni sanitarie. Le pagine, dedicate prevalentemente ai requisiti per l'assunzione del personale e alle cause di destituzione, mostrano infatti alcuni dei compromessi che anche i medici e il personale sanitario erano costretti ad accettare.
Qualsiasi forma di dissenso, «per offese alla persona del Re Imperatore, alla Famiglia Reale, al Duce e alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni o per pubblica manifestazione di propositi ostili alle vigenti istituzioni» («indipendentemente da ogni azione penale»), era punito con la perdita del posto di lavoro.
Anto Zilli
Bruno Barzotto
Regolamento Organico [1942]
Regolamento organico [1943]
ASPn, Ospedale civile Santa Maria degli Angeli di Pordenone, b. 1, fasc. 19.
Regolamento organico del personale sanitario e ordinamento dei servizi sanitari (1943). Le correzioni in rosso indicano le parti che furono espunte o modificate in una successiva versione del documento, elaborata sicuramente dopo la caduta del fascismo.