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Archivio di Stato di Pordenone


Di archibusate, fatti criminali e Libri di famiglia.

Il giornale delle raccordanze del notaio Ascanio Amalteo

Tra i fondi conservati presso l’Archivio di Stato di Pordenone vi è l’Archivio Montereale Mantica, donato all’Istituto nel 2017.

Come si può facilmente intuire il complesso documentario custodisce le carte appartenute alla famiglia e sedimentatesi in secoli di storia. Nel panorama degli archivi gentilizi il fondo rappresenta un caso particolarmente interessante per la presenza di materiale collezionato nell’Ottocento da Pietro di Montereale Mantica, illuminato esponente del casato con una forte passione antiquaria e civile. Oltre alle preziose carte acquisite per fini collezionistici, il fondo conserva documenti appartenuti ad altri nuclei familiari e confluiti in seguito a unioni matrimoniali: tra essi vi sono le carte e i registri della nota famiglia Amalteo.

Come scrigni delle meraviglie gli archivi gentilizi restituiscono infiniti sentieri percorribili per ricostruire le storie del passato: curiosa è quella che emerge dal Giornale delle raccordanze compilato da Ascanio di Gualtiero Amalteo.

Il 17 ottobre del 1588 suo fratello Emilio viene reclutato nella Compagnia di Ottavio di Porcia, figlio del conte Silvio, per combattere a fianco del re di Francia nelle Guerre di religione. L’arruolamento avviene per intercessione di Ascanio, rinomato notaio del Pordenonese, preoccupato per la “poca reputatione nella quale s’alterna” Emilio. Diversi anni dopo Ascanio sogna la morte del fratello per “un’archibusata” e, fatto ancora più strano, la mattina successiva viene a sapere che anche il dottor Fantiago, suo compaesano, ha avuto un “travagliato sonno” per lo stesso motivo. La nota autografa di Ascanio, datata 11 luglio 1591, si conclude speranzosa dando fede a quella credenza popolare, conosciuta ancora oggi, per la quale si pensa che sognare la morte di un caro allunghi la vita della persona stessa. Purtroppo non è andata così a Emilio che, secondo quanto emerge dalle fonti, muore pochi anni più tardi durante una violenta rissa tra nobili pordenonesi.

Nello stesso registro oltre alle citate vicende di Emilio si leggono altri eventi della vita privata di Ascanio che, ad esempio, lascia tracce del ricovero della nipote presso un monastero a Serravalle, della nascita della figlia e, poco dopo, della sofferta morte della moglie Augusta alla quale dedica intense parole di stima e affetto. Il registro principia il 26 settembre 1588, giorno in cui avviene la divisione dei beni di famiglia tra i fratelli Amalteo, con l’esplicita intenzione di Ascanio di fare “mentione di quanto mi occorrerà alla giornata e che giudicarò bene di dover esser notato”.

Il Giornale delle raccordanze si è conservato nel tempo in buone condizioni fisiche, con la forma stretta e allungata della vacchetta ma con coperta in cartoncino.

Nel solco della tradizione dei più comuni e diffusi libri contabili anch’esso contiene tra le carte innumerevoli annotazioni di carattere economico e amministrativo: le spese sostenute per la gestione dei beni, le entrate e i prestiti.

Tuttavia tra una ricevuta di pagamento e la registrazione dell’acquisto di un terreno accoglie anche riflessioni personali, memorie private e moti di sentimento ove trovano posto le menzionate ricordanze. Non unico nel suo caso, l’esemplare rientra a tutti gli effetti nel genere letterario del Libro di famiglia noto alla letteratura archivistica già dalla metà del secolo scorso e che, per la sua natura al contempo contabile e privata, ci rende spettatori di uno spaccato socio-antropologico diretto e sincero.

Il Giornale delle raccordanze di Ascanio Amalteo tratto dal fondo Montereale Mantica assieme ad altri preziosi documenti del Patrimonio dell’Istituto sarà in mostra presso la sede dell’Archivio di Stato di Pordenone in occasione della visita guidata dell’11 luglio.



Ultimo aggiornamento: 10/07/2025